In arrivo una revisione delle imposte sulla casa con l’obiettivo di semplificarle, unificando l'IMU e la TASI in una sola imposta.
Questo l’obiettivo principale del ddl 1429, all’esame della Commissione Finanze della Camera.
Tasse sulla casa: cosa prevede il ddl
Il ddl unisce la disciplina dell’imposta municipale propria (IMU) e quella del tributo per i servizi indivisibili (TASI) ritenendo che la normativa degli ultimi anni abbia portato a una sostanziale sovrapponibilità delle due imposte, con riferimento sia alla base imponibile sia ai soggetti passivi.
Il provvedimento stabilisce che la nuova IMU sia collegata al possesso di immobili, ad esclusione dell’abitazione principale salvo che si tratti di un’unità abitativa classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. La base imponibile dell’imposta è costituita dal valore degli immobili: per i fabbricati iscritti in catasto, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all’ammontare delle rendite risultanti in catasto, vigenti al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutate del 5 per cento, alcuni specifici moltiplicatori. La base imponibile è ridotta del 50%: - per i fabbricati di interesse storico o artistico; - per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, limitatamente al periodo dell’anno durante il quale sussistono tali condizioni. (L’inagibilità o inabitabilità è accertata dall’ufficio tecnico comunale con perizia a carico del proprietario, che allega idonea documentazione alla dichiarazione); - per le unità immobiliari, fatta eccezione per quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale, a condizione che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. È prevista, inoltre, la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi dell’imposta relativa agli immobili strumentali. Sono esenti dalla nuova IMU: - gli immobili posseduti dallo Stato, dai comuni, dalle regioni, dalle Atti Parlamentari, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali; - i fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; - i fabbricati con destinazione ad usi culturali; - i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; - i fabbricati di proprietà della Santa Sede; - i fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali per i quali è prevista l’esenzione dall’imposta. Infine, sono esenti dalla nuova IMU i terreni agricoli che siano: 1) posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali; 2) ubicati nei comuni delle isole minori di cui all’allegato A annesso alla legge 448/2001; 3) a immutabile destinazione agrosilvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile; 4) ricadenti in aree montane o di collina.
Fiscalità immobiliare, RPT: ‘serve prima la riforma del catasto’
Secondo la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) “il disegno di legge risente di una impostazione profondamente conservativa che si disinteressa del cuore del problema, ossia la riforma del catasto e delle classificazioni degli immobili. Ad esempio, con riferimento alla constatazione dell’effettivo utilizzo dell’immobile, risulta necessario identificare gli elementi oggetti dal quale si possa desumere l’effettivo utilizzo dell’immobile. Per ciò che concerne i parametri sulla base dei quali calcolare il valore delle aree edificabili, è opportuno fare riferimento – tra gli altri – ad un più generico “onere di costruzione” che, fisiologicamente, ricomprende oneri di urbanizzazione, oneri finanziari ed eventuali lavori di adattamento e/o bonifica del terreno necessari per la costruzione. I Professionisti, inoltre, criticano il fatto che tra i casi di riduzione della base imponibile, non sono previsti sgravi fiscali per quelle attività di messa in sicurezza dal rischio sismico ed idrogeologico, nonostante il costo annuo medio di tali attività non sia irrilevante, attestandosi intorno ai cinque miliardi. Secondo RPT il provvedimento, nonostante l’obiettivo di semplificazione, implicherebbe un innalzamento della pressione fiscale sulle abitazioni e, conseguentemente, non parrebbe adeguato a risolvere i problemi strutturali del settore. Per questo suggeriscono di procedere ad una riforma organica e sostanziale.
Tasse sulla casa, Confedilizia: ‘serve una norma incisiva’
Confedilizia, nel prendere favorevolmente atto dell’intenzione dei proponenti di accogliere contributi critici, ha espresso perplessità circa l’adeguata incisività del provvedimento che, anzi, per alcuni aspetti sembra essere peggiorativo rispetto all’attuale regime. Inoltre, sottolinea che le semplificazioni proposte non sono tali da giustificare un intervento legislativo: la mera sostituzione di due codici tributi con un solo nel modello di versamento non rappresenta un particolare miglioramento, trattandosi di adempimento ormai acquisito nella pratica. Confedilizia critica anche la mancata esenzione dalla nuova IMU per i locali commerciali sfitti, proposta e annunciata più volte dal Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Confedilizia è critica anche nei confronti della norma sulla tassazione dei fabbricati inagibili o inabitabili: la proposta di legge non elimina l’assoggettamento a tassazione degli immobili “inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati”, confermando solo la mera riduzione al 50 per cento della base imponibile.
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