Con la conversione in legge del DL Semplificazione, il Parlamento dovrebbe cogliere l’occasione per ripristinare le detrazioni fiscali del 65% per infissi e schermature solari ed eliminare split payment e ritenuta di acconto dell’8% sull’ecobonus. La pensa così FINCO, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, audita dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato sul DL Semplificazione.
Infissi e schermature solari, ritorno all’aliquota del 65%
Secondo Finco, “è importante avere il coraggio di cambiare rotta con misure espansive oltre che di sostenibilità ambientale. All’ articolo 1, comma 67, della Legge di Bilancio 2019 viene prevista la proroga per un anno delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, con percentuali differenziate a seconda della tipologia di intervento prescelto”. “In particolare, forse per la tempistica estremamente rapida di approvazione della Legge di Bilancio - prosegue Finco -, il Parlamento può non avere adeguatamente valutato i risultati, attesi ma non per questo meno clamorosi, del Dossier recentemente elaborato dal Servizio Studi dei Dipartimenti Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati in collaborazione con il Cresme”. Secondo Finco, “il dato che emerge non può essere aggirato: un saldo positivo per il Paese di 23,5 miliardi di euro nel decennio! E poiché la principale problematica sollevata circa il mantenimento della detrazione fiscale per la riqualificazione energetica del 65% per infissi e schermature (ora abbattuta al 50%, cioè allo stesso livello degli interventi per le ristrutturazioni edilizie ‘semplici’) è sempre stata quella relativa al supposto nocumento per il gettito erariale, la Federazione ritiene sia una imperdibile occasione per riconsiderare la questione”. “Con l’abbattimento al 50% di sole due tipologie di intervento di riqualificazione energetica, ponendole alla stregua di quelle per le ristrutturazioni edilizie - spiega la Federazione -, si confondono le idee circa una misura il cui successo è attribuibile, nel tempo, anche alla chiarezza del dispositivo (se poi fossero malauguratamente confermati i tetti di spesa ammissibili per metro quadrato, si favorirebbero da un lato prodotti esteri di minore qualità e, dall’altro, il ritorno almeno parziale del nero). Non solo, si ingenera confusione nella valutazione della convenienza dell’intervento da parte del consumatore stante il diverso grado di complessità insito nelle due differenti procedure di richiesta della detrazione”.
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