Il sisma del Centro-Italia continua a scuotere la terra e con essa le vite di chi lì è nato e cresciuto. Ma anche di chi semplicemente assiste al dramma attonito dietro agli schermi tv, augurandosi che l’inviato del tg di turno snoccioli prima o poi qualche buona notizia: magari una vita salvata o una storia di solidarietà. Poca cosa certo rispetto alla catastrofe, eppure un punto per ripartire serve e il protrarsi delle scosse non aiuta. La paura del terremoto stavolta non scema, anzi. Si rafforza semmai e incalza con i notiziari che ciclicamente ci ricordano come il fenomeno non interessi solo il Centro-Italia ma buona parte del Belpaese.
E se è vero che l’Italia non è una realtà campione nella prevenzione, vero è anche che in molti conoscono le regole di base dell’emergenza: mai utilizzare ascensori, scale e ripararsi immediatamente sotto gli archi di quelli che comunemente vengono definiti “muri portanti”. Ma la domanda che ciascuno rivolge a se stesso è: “La mia casa reggerà?”.
Avere una conoscenza del proprio immobile è anch’essa una buona norma di prevenzione che permette di realizzare interventi preventivi appunto e ridurre il rischio.
I GRADI DEL RISCHIO
Innanzitutto è necessario conoscere quale sia il rischio sismico dell’area in una scala da 1 a 4 (in cui il 1°rappresenta il più elevato ma non è l’unico a preoccupare se si considera che nell’edilizia pubblica le strutture devono avere i requisiti antisismici sino al 3°). Per poter conoscere il rischio sismico del proprio Comune di residenza è possibile visitare l’apposita sezione del sito del Dipartimento di Protezione Civile.
Tra i requisiti fondamentali per affermare che un immobile è antisismico c’è lo spessore dei muri portanti che non devono mai avere uno spessore inferiore a 15 cm e maggiore di 50 cm. Altra caratteristica è l’altezza dell’immobile che, ad esempio, per le zone con rischio di 1° non devono superare mai i due piani di altezza. Certo la costruzione di un edificio antisismico ha dei costi superiori di circa il 25% rispetto alle opere di edilizia ordinaria, ma è un investimento che in Giappone ad esempio permette la convivenza con questo tipo di fenomeni.
LE CARATTERISTICHE DI UN’IMMOBILE
Ma non basta lo spessore dei muri e l’altezza dello stabile a decretarne la vulnerabilità. Altri requisiti necessari sono la capacità dello stabile di perdere equilibrio, il mantenimento di resistenza e la funzionalità nel tempo, oltre ovviamente alla scelta dei materiali necessari alla costruzione: tra i più diffusi si trovano il cemento armato precompresso oppure quello con barre di acciaio da almeno 5mm al carbonio. Infine la casa deve anche rispettare il cosiddetto requisito della regolarità strutturale, ovvero la stabilità di un edificio aumenta se i muri di ciascun livello sono stati eretti in corrispondenza di quelli del piano inferiore.
MA COME POSSO SAPERE SE LA MIA CASA E’ A NORMA?
In genere per gli immobili già edificati è sempre possibile intervenire con azioni di miglioramento o di adeguamento e le norme e i parametri degli interventi da rispettare e da mettere in essere sono i medesimi dei nuovi fabbricati. Per sapere se la propria casa rientra nei parametri è sufficiente recarsi presso la Provincia o il Comune di competenza e richiedere una copia del progetto delle strutture (se depositato) e avvalersi della consulenza di un tecnico esperto per le valutazioni del caso. Un’azione questa che può essere ad opera tanto del proprietario dell’immobile quanto dell’inquilino che, sostenendone i costi, può farne richiesta.
QUANTO COSTANO I RILIEVI?
Non essendovi nessuna figura specifica preposta a questo tipo di controllo in genere ci si avvale di ingegneri ed architetti che dopo aver acquisito informazioni sulla storia della struttura verifichino la relativa documentazione. Il costo per questo tipo di consulenza per un appartamento di media grandezza si aggira attorno ai mille euro. Cosa ben diversa, invece, se si tratta di dover realizzare dei rilievi in mancanza della documentazione del caso. Qui i costi raddoppiano, ma conoscere con precisione il rischio che si corre significa già aver compiuto il primo passo verso la prevenzione. |